Talkshock – Priscilla

Talkshock – Priscilla

Drin drin: “Ciao tu sarai la Regina di Drag Race Italia”. Ci immaginiamo che ti avranno comunicato così che ti volevano nella squadra di Drag Race Italia. Cos’hai provato in quel momento?

Ricevo un messaggio da Dimitri Cocciuti, su Instagram, responsabile del format, che mi dice che mi deve parlare, ovviamente mi informo su lui e sulla produzione per la quale lavora, e dopo due settimane, durante le quali non ho dormito, pensando a cosa mi dovesse proporre, e dopo aver firmato un patto di riservatezza, facciamo una prima videochiamata conoscitiva con lui e la produzione.
Durante questa chiamata lui mi fa molte domande, e mi rendo conto che sapeva tutto su di me, e che era venuto anche a vedere dei miei spettacoli a Mykonos, di nascosto, e poi mi dice: “ti abbiamo scelto per Drag Race Italia”… silenzio di due minuti, risata isterica, piango come un bambino… non pensavo minimamente che questo programma potesse arrivare in Italia, c’avevo sempre sperato, e poi perché ero stato scelto, proprio io. Non avevo capito subito che ero stato scelto per condurre il programma, ma per fare un’audizione, per partecipare come concorrente.
Solo dopo un mese dal contatto con il capoprogetto, durante una riunione ho realizzato che avrei presentato Drag Race. Che per chi fa questo lavoro, è il sogno di una vita.
A chi mi chiede se avessi accettato di partecipare come concorrente, rispondo certamente!

Drag Race Italia ti sta dando la possibilità di poter raccontare il Drag a chi non lo conosce o a chi lo sottovaluta ma soprattutto a raccontare quanto sia importante nella comunità Lgbt+.
Qual è stata la prima Drag che ha convinto Mariano a far uscire Priscilla?

La mia reference iniziale è stato il film “Priscilla – La regina del deserto”, non una drag in particolare.
Fu il primo film che vidi dove si raccontava l’arte drag, ma soprattutto la vita che c’è dietro al personaggio drag. Aldilà dei costumi pazzeschi e della meravigliosa colonna sonora, sono rimasto colpito dalle storie di vita dei singoli personaggi, e da lì che ho deciso poi di utilizzare il nome Priscilla.
Era quella l’immagine che volevo dare a Priscilla, esagerata nei costumi, nelle parrucche, nei trucchi, un ‘immagine da extraterrestre. Priscilla parte dal femminile e lo porta all’esasperazione, è un personaggio che non esiste nella realtà, anche se mi piace far capire al pubblico che dietro le paillettes e le piume, c’è sempre una persona con un vissuto.
Drag non significa avere un’armatura e interpretare un personaggio, essere drag per me è mettere a disposizione del pubblico la mia parte più intima e vera, anche facendo un bel viaggio interiore prima.
Dico sempre che noi drag sul palco diventiamo vulnerabili, perché facciamo vedere una parte di noi che non c’è nel quotidiano.
La prima drag queen è stata RuPaul, che ho visto sulla copertina di un giornale, e subito ho detto voglio essere come lei, per questo ho studiato il suo percorso di vita, sia come persona che attivista. E’ riuscito a dare una connotazione umana a questo tipo d’intrattenimento: l’arte drag.
Secondo me bisogna dare gli strumenti giusti a tutti per capire cos’è il nostro mondo, per far sì che non venga ghettizzato e quindi sia sdoganata la nostra figura
All’estero è tutto più facile, perché puoi vedere una drag anche al bingo, o in altri posti e non solo nei locali gay, e questo è stato possibile solo grazie al programma di RuPaul.

Raccontaci con un pregio e un difetto delle tue truccatissime Priscelte, proprio come le vede Priscilla da dietro il bancone, da giudice.

Le vedo tutte agguerrite, sono capaci di fare di tutto per rimanere nel programma, per continuare la competizione e vincere. Tutto questo per avere una rivalsa, essere drag per loro e per me è un modo per evidenziare il nostro orgoglio nell’essere così. Ho avvertito da parte di tutte loro, da quella più giovane a quella con più mestiere, la famosa “Cazzimma”, la voglia di essere parte del programma.
Ho visto molta umanità, dalla prima puntata, nonostante all’inizio sembrassero delle stronzette, c’è stato anche un momento di sfogo, da parte di Ivana Vamp, Divinity, e Le Riche, e tutto questo non era da copione, hanno sentito l’esigenza di sfogarsi, perché nonostante non si conoscessero sapevano di avere un comune denominatore: una storia di vita importante.
Per questo, durante il programma, quando sono in drag sono capaci di fare qualsiasi cosa, perché vogliono emergere per avere un riscatto, invece nella welcome Room, abbassano le difese e si raccontano a cuore aperto tra di loro e con il pubblico, una parte molto reale, e per questo sono molto generose.

Insieme a te in questa avventura hai avuto due partner in crime d’eccezione Chiara Francini e Tommaso Zorzi. Com’è stato lavorare con loro e se puoi ci racconti un fuori onda un po’ Shock!!

Non li conoscevo personalmente nessuno dei due.
Chiara la conoscevo come attrice e come scrittrice perché avevo letto un suo libro, già la stimavo artisticamente.
Lei è molto esuberante, intelligente e colta, lei è capace di veicolare messaggi importanti con la sua autoironia, che il modo migliore per far riflettere le persone e per lanciare dei messaggi importanti. E’ stata sempre attivista nell’ambito dei diritti e della comunità lgbt. Ha un marchio di fabbrica che la rende unica e quindi una di noi.
Ha una sensibilità particolare, è stata l’unico giudice che è riuscito a vedere non solo il personaggio ma quello che c’era dietro, stimolando la persona, come ha fatto con Luquisha Lubamba.
Tommaso lo conoscevo dal Grande Fratello, e nonostante le critiche e gli attacchi che gli sono stati mossi da una parte dalla comunità Lgbtq+, non mi sono lasciato condizionare da questi pregiudizi, e non voluto seguire le polemiche per non farmi influenzare.
Lui è una persona molto diretta, e sa quello che vuole, lui sa di voler diventare un condutture.
Ho capito che in realtà a modo suo è molto vicino alla comunità, è molto tecnico nei giudizi, per cui devo dire che noi ci siamo compensati a vicenda, perché il mio giudizio, doveva essere più parziale possibile, lui dava il suo giudizio sul look e fashion e quindi per quanto riguarda la critica della passerella, e Chiara è stata la quota ironica del programma.
Sicuramente è stato difficile prendere delle decisioni, ma ci siamo dovuti fermare nell’interesse del programma, mettendo da parte i nostri gusti personali per incoronare la Prima Next Drag Super Star italiana.

Quando ci verrai a trovare a Muccassassina?

Io verrò molto presto con immenso piacere, croce di glitter sul cuore, promesso, appena sarò a Roma.

MUCCASSASSINA - TALKSHOCK - PRISCILLA

 

 

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