Talkshock – Nick Cerioni

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Talkshock – Nick Cerioni

Talkshock – Nick Cerioni

Il mondo del clubbing e la scena Lgbtq+ sono tra le reference quando pensi agli outfit che proponi? Cosa ti ispira?

La scena del clubbing e in generale quella della comunità Lgbtq+ è parte  integrante della mia cultura visiva, perché sono cresciuto in quell’ambiente sia umanamente che professionalmente. Dal clubbing ho imparato il senso della provocazione, della leggerezza, dell’impegno, il senso delle misure, quanto la silhouette sia importante per creare un’illusione.

Mi ispira chi ha il coraggio di essere se stesso* e sa trasformare la non conformità in bellezza e forza.

 

Qualè la differenza tra creare  un look on stage o uno da redcarpet?

Sicuramente la parte performativa è sicuramente diversa da quella redcarpet, perché gli abiti on stage devono essere morbidi, devono essere stretch, devono essere performanti per permettere la realizzazione della performance appunto. Sul redcarpet vincono le cose che sono molto geometriche e di forte impatto.

 

Riesci a spiegare al nostro pubblico qual è il tuo lavoro e che tipo di rapporto si crea tra te e gli artisti che segui?

Il mio lavoro è quello di creare un immaginario attorno al progetto artistico di un’artista appunto. Un immaginario visivo che passa soprattutto attraverso l’abbigliamento. Con gli artisti spesso si crea un rapporto importante a volte normale, ma sempre molto professionale. Quando riesce a creare un rapporto di scambio e di cose belle è fondamentale per me perché vuol dire che c’è una crescita reciproca.

 

Tu insieme a tuo marito Leandro Emede formate coppia nella vita e nell’arte perché lui è un fotografo e regista di videoclip, fashion film, campagne pubblicitarie com’è nato questo sodalizio artistico e affettivo?

Ci siamo conosciuti quindici anni fa quando lui era l’assistente di Oliviero Toscani e io ero in Mtv. Abbiamo voluto unire le nostre visioni, perchè sono simili e diverse al tempo stesso e penso he questo ci abbia permesso di creare delle cose molto forti perché abbiamo un bello scambio creativo ed è bello lavorare con la persona che condivide con te anche la tua vita.

 

Tu vivi a Milano, ma quando sei a Roma un salto a Muccassassina lo fai sempre cos’è per te la Mucca con la falce?

 Per me Muccassassina è uno di quei templi della scena dei club in Italia. Una scena club coraggiosa dove si fa politica, dove c’è un pensiero. È una serata dove, come nei grandi club del mondo, si fa cultura, prevenzione, è un luogo davvero importante attraverso cui si lanciano messaggi, si difende la nostra bandiera, le nostre battaglie, e il senso di comunità che ci unisce e che Muccassassina ha sempre portato avanti in maniera molto forte.