Talkshock – Diego Passoni

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Talkshock – Diego Passoni

E’ stato ballerino sui palchi del Festivalbar poi conduttore televisivo, per poi trovare la sua dimensione e la sua felicità nella radio, nei talk show, e nella scrittura, dove esprime il suo invidiabile talento con arguzia e intelligenza: la dialettica.
Diego Passoni, un uomo da sempre in prima fila nelle lotte che possano limitare i diritti di qualsivoglia essere umano, e soprattutto un ragazzo che, cercando il suo posto nel mondo, ha trovato la felicità.
La sua passione per la scrittura e per la religione lo porta a creare due saggi e un romanzo molto amati e molto venduti.
Uomo di fede, la sua, che riesce a spiegarti la Genesi con delicatezza e un minuto dopo coinvolge tutta la redazione in sfrenati balletti di Tik Tok con coreografie degne di Britney Spears.
È uscito da poco in edicola il suo ultimo romanzo: “Isola”.

Diego è uno speaker, uno scrittore, un intrattenitore… Come ti piace definirti?
Mi piace, definirmi “operaio” delle chiacchiere, sia come intrattenimento radio, sia “artigiano della chiacchera”.

Ormai al tuo terzo romanzo, quando e dove nasce la tua passione per la scrittura?
Ho iniziato a parlare, molto prima di iniziare a camminare, per me la parola è primordiale, non scrivo per professione, ma continuamente e in maniera incontrollabile, ogni tanto ho bisogno di scrivere per passare un po’ di “balsamo” sul vissuto, per dare una forma alle cicatrici.
Metaforicamente parlando, per me scrivere, è come per un pittore dopo che ha disegnato la sua opera, poterla appendere al muro.

Da gay dichiarato e cattolico praticante, come pensi possano conciliarsi fede e omosessualità, che a volte sembrano due parole impossibili da nominare vicine.
Si, sono credente, ma non sono più cattolico, perché ho abbracciato la pratica protestante da tempo, ma resto cristiano.
Credo che la fede ed omosessualità si possano conciliare, perché dal punto di vista biblico, non c’è niente più vicino alla dimostrazione di unicità nella figura di Dio, infatti la vita è questo: ovvero essere unici. Quello che è venuto dopo è religione per l’appunto, ma non spiritualità, la fede non c’entra niente con la religione, quest’ultima, come dice la parola, tiene vicino le persone a delle “regole”, questo è quello che ne penso a riguardo, e quello che ho capito con il tempo.

Dove ti senti più a tuo agio in radio, in tv o davanti al computer quando prepari e scrivi un romanzo? Ormai al tuo terzo romanzo quando e dove nasce la tua passione per la scrittura?
Nella mia vita non mi sento quasi mai a mio agio, mi sento sempre preso in “prestito” e mi sposto molto nelle situazioni della mia vita ma, quando sono in diretta con i miei ascoltatori, la radio riesce a farmi da terapia nei miei momenti più difficili, mi sento come vivo, è una seduta “comoda” da cui guardare il mondo in modo molto bello.

Tratti sempre argomenti molto attuali e sei molto aggiornato sui fatti che accadono quotidianamente, che consiglio ti senti di dare alle nuove generazioni che sono le uniche in grado di poter cambiare l’andamento delle cose.
Io consigli non li do, non ho niente da insegnare, sono uno che studia perché penso di non saperne mai abbastanza, ma mi sento di condividere con voi questo mio pensiero: tener viva la curiosità sempre e coltivarla, e il dubbio, che sono due cose che mi ha insegnato la vita spirituale e la lettura della Bibbia.

Sei mai stato ospite, o sei mai venuto a divertirti a Muccassassina?
Sono venuto al Mucca, diverse volte, alcune delle volte infatti non me ne ricordo come ne sono finite (ride)…  Spero di tornarci molto presto.

 

Intervista a cura di Paolo di Caprio